Recensione di Io sono io
Io sono io, Cinzia Messina, Ed. Il Ponte Vecchio, pagg. 108
‘’Io sono io’’ è la storia di Greta, o meglio di Marco che non vuole più essere Marco.
Si presenta come un collage di pensieri, flussi di coscienza, chiarimenti, parti romanzate e illustrazioni, che nella sua completezza e varietà ci permette di entrare nella famiglia di Greta nella piccola Ravenna, in un vissuto intriso di dolore ed autenticità, attraverso le voci di tutti i suoi componenti; conosciamo, quindi, da vicino Cinzia e Luigi, i genitori, e Paolo, il gemello. Attraverso le molteplici testimonianze che si susseguono, senza mai scadere nel pietismo o nell’autocommiserazione, arriviamo a comprendere, pagina dopo pagina, cosa significhi essere una persona transgender, e in particolare cosa significhi esserlo oggi in Italia, da adolescente.
Greta ci insegna, tramite i suoi minuziosi racconti, che la persona transgender ha il diritto e la capacità di autodeterminarsi, ossia di essere o diventare ciò che si sente, rimanendo comunque la stessa persona, a livello umano e affettivo, che si conosce e a cui si vuole bene.
Questa adolescente ci presenta due fasi importanti della propria vita, il pre e il post coming-out, che diviene così un urlo liberatorio e un atto di conquista del proprio sé più reale, all’interno del proprio nucleo familiare e nella società. Conosciamo da vicino il dolore, mescolato ad apatia, depressione e lacrime, provocato da una costante emarginazione del “diverso’’, che conduce Greta alla non accettazione del proprio corpo, al farsi la doccia al buio pur di non vedere la propria pelle e le forme in cui non si riconosce, fino al digiuno prolungato e al dimagrimento, al fine di umiliare l’involucro in cui è rinchiusa.
Conosciamo, poi, la lenta, ma costante, risalita; le confidenze prima al papà Luigi, dotato di una sensibilità fuori dal comune, e successivamente alla mamma Cinzia, donna forte e caparbia, fanno sì che Greta possa iniziare a esprimere la sua vera essenza, con le paillettes e i trucchi, con la scelta di un nome femminile che la rappresenti, diffondendo attorno alla propria persona un vento di cambiamento. Ne vengono ben presto toccati tutti gli ambiti in cui Greta si muove, in primis l’ambiente scolastico, dove si accetta di interpellarla con il suo nuovo nome e i pronomi femminili.
Nel frattempo, Cinzia mette in atto, a sostegno del benessere e dell’amore incondizionato per la figlia, una “rivoluzione umana’’ su più fronti, basata sulla creazione di gruppi specifici di ascolto e supporto per genitori di persone (e adolescenti) transgender, su una capillare attività di informazione riguardo all’identità di genere, spesso confusa con l’orientamento sessuale, fino ad arrivare ad essere accolta e ascoltata dal sindaco di Ravenna e a rilasciare interviste in tv riguardo alla storia di Greta.
Questo volumetto molto agile e veloce offre la possibilità di approcciarsi a una condizione umana, quella di persona transgender, ancora poco conosciuta e spesso associata a un immaginario stereotipato e iper-sessualizzato, per la prima volta attraverso la voce di una bambina-adolescente, e non solo tramite le parole dei genitori; ne esce un “libro di famiglia’’, che ha fiducia nella voce dei bambini, che racconta senza idealizzazioni quanto sia difficile e doloroso l’incontro reale tra genitori e figli. Questo libro non racconta dell’amore che tutto accetta, ma dell’amore che tutto vuole comprendere. E la comprensione e l’informazione diventano chiavi di volta fondamentali, per arrivare ad accettare che l’identità di genere non è prettamente binaria, e che le convenzioni che ci vengono spacciate per “normali’’ e “naturali’’ sono in realtà delle sovrastrutture, che non permettono nessun altro modo di essere e di esprimersi, e che creano spesso substrati su cui germogliano discriminazioni, prevaricazioni e bullismo verso la persona considerata “diversa’’.
Consigliamo tantissimo questa lettura per i toni pacati e pieni di fiducia che popolano ogni singola pagina, perché si parla di transgenderismo e non solo; si parla anche di cosa significhi essere un genitore in grado di accogliere un figlio e di lasciarlo libero di volare il proprio volo, si riflette sul bisogno di essere amati, che non ha sesso né età, e della paura di essere se stessi, che lascia il passo al terrore, se si posa su spalle troppo giovani.
Alla fine di tutto, rimane l’immenso e preziosissimo insegnamento di Greta e del coraggio del suo percorso, che rappresenta un inno alla vita: quando la paura ci blocca è necessario e possibile cercare e trovare un modo per andare oltre, anche a costo di inventarselo.. ogni volta che ci riuscirai, la volta dopo sarà più facile. È vero: serve tutta la forza che spesso ci sembra di non possedere, ma non bisogna scordare mai di nutrire un’incrollabile fiducia nella vita; quando le si chiederà aiuto sinceramente con tutto il cuore, essa ci farà incontrare ciò di cui abbiamo bisogno. Starà a noi e solo a noi farci trovare pront* a cogliere l’occasione.
(recensione di Valeria Bonante, grafica di Martina Bonanno)